Giorno 23 Maggio, presso Arese (MI), Salvatore Borsellino, fratello del Magistrato ucciso dalla mafia, incontrerà giovani studenti di Milano. Un momento che prescinde dalla celebrazione annuale della memoria dei Giudici Falcone e Borsellino e che si pone nella direzione di una riflessione alla ricerca di una verità che ancori oggi, tarda ad esprimersi. Un’analisi sulle connivenze tra mafia e Stato, sulle complicità nella preparazione della strage, sul furto dell’Agenda Rossa, sui depistaggi, sulla trattativa, anche in base a quanto pubblicato nelle motivazioni delle sentenze del processo di Palermo (trattativa) e di Caltanissetta, BO + 2 (depistaggio). Un impegno di Salvatore che oggi non cessa di fermarsi, ma si mostra più agguerrito che mai, promuovendo una tradizionale manifestazione, prevista per il 19 luglio, che ne esplichi la denuncia più accesa. “Quando verrò ucciso”, diceva Paolo negli ultimi giorni della sua vita, “sarà stata la mafia ad uccidermi ma saranno stati altri ad aver voluto la mia morte. Sulla base di questo concetto, Salvatore ha speso una vita intera nel sensibilizzare il contrasto alla criminalità organizzata, il malgoverno e le collusioni tra politica, poteri occulti e mafia, chiamata trattativa Stato – mafia. Autore del movimento che fa riferimento all’agenda di Paolo Borsellino, sparita, misteriosamente, dopo la strage di via D’Amelio, nella quale il Magistrato scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, oggi mette sotto processo quel momento di sottrazione che è diventato l’emblema di una lotta lunga oltre 30 anni e che continua la sua azione nel tentativo, finale, di poter dare delle risposte, non solo alla famiglia, ma a tutto il popolo italiano che crede nel valore della giustizia. Un momento che sarà caratterizzato da dirette da Capaci, Palermo e Cinisi, interventi online da personalità del mondo della politica, Editoria, legalità, spettacolo, dell’indagine che interagiranno con Salvatore durante l’incontro, creando un importante e interessante dibattito nella congiunzione mediatica.